Convergenze parallele: percorsi di avvicinamento di Italia e Repubblica Federale Tedesca alla Repubblica Popolare Cinese 1949-1972

Venerdì 30 giugno
Polo didattico Piagge, via Giacomo Matteotti 3

ore 9,30-11,00, Aula O2

Presidente: Laura De Giorgi, Università Ca’ Foscari Venezia

Relatori:
Giovanni Bernardini, Istituto Storico Italo-Germanico – FBK Trento, La Repubblica Federale Tedesca e la Cina maoista durante la Guerra Fredda: autorità governative e attori economici tra conflitto e collaborazione
Sofia Graziani, Università di Trento, Diplomazia e attivismo giovanile nel contesto dei rapporti tra Italia e Cina negli anni Cinquanta
Guido Samarani, Università Ca’ Foscari Venezia, Storia e memoria. I comunisti italiani e la Cina popolare: analisi e visioni (anni Cinquanta primi anni Sessanta)

Discussant: Federico Romero, European University Institute

PRESENTAZIONE

Il graduale superamento del paradigma tradizionale della Guerra Fredda fondato sulla contrapposizione fra due blocchi soggetti all’egemonia di Usa e Urss e l’accesso a nuove fonti di archivio hanno aperto nuove prospettive di studio di quegli anni , valorizzando la complessità delle relazioni internazionali dell’epoca e il ruolo di attori statali e non precedentemente ritenuti marginali o privi di reale iniziativa e autonomia nel quadro del bipolarismo di quei decenni. In questo contesto, si è aperto lo spazio per un ripensamento delle relazioni fra Europa occidentale e Repubblica Popolare Cinese prima del riavvicinamento sino-americano all’inizio degli anni Settanta.
Le ricerche avviate in tale ambito mostrano infatti come la Cina di Mao avesse sviluppato intensi scambi sul piano politico, economico e culturale con diversi paesi dell’Europa occidentale, pur in assenza di rapporti diplomatici ufficiali.
Partendo da tali esiti, il panel offre una comparazione sulle modalità e le specificità delle interazioni fra la Cina maoista e, rispettivamente, l’Italia e a Repubblica Federale Tedesca fra il 1949 e il 1972. L’approccio comparativo fra questi due case-study permette di enucleare e analizzare , in modo più approfondito, il peso esercitato da fattori di tipo politico-ideologico, storico-culturale ed economico-produttivo e da diverse tipologie di attori non statali (partiti politici, imprese, associazioni transnazionali) nello sviluppo delle relazioni fra Europa occidentale e Cina.
Italia e Germania federale, infatti, costituiscono un valido campo di indagine comparativa in quanto, nei rapporti con la Cina, presentano tanto analogie, legate all’importanza del legame con la NATO e al peso della Cortina di Ferro nella politica estera, quanto differenze significative, a partire dall’identità dei principali attori politici per finire alle diversità della rispettiva struttura economico-produttiva. Gli interventi previsti nel panel, che raccoglie specialisti di storia delle relazioni sino-italiane e sino-tedesche, guardano al tema da prospettive diverse e complementari, focalizzandosi in primo luogo su attori non statali.
Sulla scia di uno dei filoni più innovativi di studio della Guerra Fredda viene analizzato in primo luogo il ruolo delle organizzazioni transnazionali giovanili non solo nell’offrire opportunità di conoscenza, ma anche nel costruire i percorsi di avvicinamento alla Cina di Mao, in particolare da parte italiana (Graziani).
Successivamente, con specifico riferimento alle relazioni sino-italiane, si discuterà da un lato il nesso fra interpretazione ideologica e azione politica nel disegnare il ruolo del Partito Comunista Italiano nelle relazioni con la Cina di Mao negli anni Cinquanta e inizio Sessanta (Samarani) . Infine, attraverso il caso della Germania Federale, si affronta il tema del rapporto, anche conflittuale, fra Stato e attori economici nelle relazioni con la Cina (Bernardini). In una prospettiva di più lunga durata, tale approccio permette di comprendere le radici storiche delle diversità che attualmente caratterizzano le relazioni bilaterali fra la Cina e diversi Stati all’interno dell’Unione Europea: diversità inevitabilmente destinate, a loro volta, ad influenzare la politica europea verso la RPC.