Rifugiati e relazioni internazionali. Prima della seconda guerra mondiale

Presidente: Daniela Melfa, Università di Catania
Relatori:
Giuseppe Motta (Università “La Sapienza”), La Grande Guerra e la crisi dei rifugiati ebraici in Russia nei documenti del Joint Distribution Committee
Alessandro Vagnini (Università “La Sapienza”), Profughi e rifugiati tra Kosovo e Albania (1919-1920)
Fabio L. Grassi (Università “La Sapienza”), Il “grande scambio” greco-turco del 1922-1924. Implicazioni ed effetti sul piano bilaterale e internazionale

Discussant: Andrea Carteny (Università “La Sapienza”)

PRESENTAZIONE

I contributi di questo panel sono centrati sulla particolare realtà del primo dopoguerra, quando gli effetti del conflitto e la risistemazione politica e geografica dell’Europa orientale hanno avuto fra le loro principali conseguenze notevoli spostamenti di popolazione. Questi cambiamenti in parte hanno preceduto la firma dei trattati di pace in parte sono stati causati dalla costituzione di un nuovo ordine internazionale fondato sulla presenza degli Stati-Nazione. Ne hanno fatto le spese prima di tutto le minoranze, che sono passate dal multiculturalismo per certi versi “naturale” dei vecchi Imperi plurinazionali al nazionalismo dei nuovi Stati. Queste comunità etnolinguistiche o religiose hanno spesso risposto alle nuove condizioni di vita con la fuga o l’emigrazione, dando così vita a vasti flussi migratori e a quella che è forse stata la prima grande crisi dei rifugiati, al punto che la Società delle Nazioni istituì uno specifico Alto Commissariato proprio per garantire una gestione internazionale della questione. I contributi qui presentati offrono alcuni spunti per comprendere meglio alcune delle singole fattispecie che si sono presentate agli occhi della diplomazia internazionale e che hanno segnato l’avvio del nuovo ordine creato a Versailles. Si tratta di casi diversi, che si riferiscono ai tradizionali problemi frontalieri, come accade in Kosovo, e ai conseguenti spostamenti dovuti all’instaurazione di regimi percepiti a torto o ragione come ostili.

Oppure di crisi più ampie che coinvolgono comunità molto numerose, come gli ebrei in Russia e in Polonia o gli ortodossi dell’Impero ottomano e i musulmani di Grecia. Persone che si trovano a dover lasciare i propri luoghi di residenza in conseguenza di tumulti rivoluzionari, di vere e proprie guerre o anche di decisioni prese o almeno ratificate dal consesso internazionale. E queste vicende si interconnettono con le relazioni tra gli Stati successori.