Rifugiati e relazioni internazionali. Dopo la seconda guerra mondiale

Presidente: Leila el-Houssi, Università di Padova

Relatori:
Andrea Carteny (Università “La Sapienza”), “Parlano i profughi”: echi e testimonianze dei profughi ungheresi in Italia
Alessia Melcangi (CRiSSMA, Università del Sacro cuore, Milano), La migrazione dei cristiani copti d’Egitto dagli anni Sessanta ad oggi: dinamiche, flussi e strategie comunitarie
Daniel Pommier (Università “La Sapienza”), Rifugiati interni in Azerbaigian: profilo politico e giuridico

Discussant: Alberto Tonini (Università di Firenze)

PRESENTAZIONE

I contributi di questo panel hanno per oggetto tre casi che rimandano ai tre momenti fondamentali della storia postbellica: la guerra fredda, il ritorno in primo piano (che non vuol dire precedente assenza) dei contrasti interetnici nella fase di transizione dopo la fine della stessa e il ritorno in primo piano (idem) della violenza di matrice religiosa. Per l`Europa della guerra fredda i fatti di Ungheria rappresentarono uno degli aspetti maggiormente emozionanti dell`indimenticabile `56.

Fuggiaschi famosissimi e ignoti affluirono (o restarono) in Occidente, alimentando, come prevedibile, le aspre contrapposizioni ideologiche dell`epoca. Congelata ma mai risolta, anzi forse in parte nutrita dalla dittatura sovietica, la tensione armeno-azera esplode nei primi anni `90 con una guerra e con un drammatico esodo che pongono seri problemi interpretativi non solo a livello politico ma anche a livello giuridico. Quanto possa essere rischioso essere copto in Egitto, infine, ha avuto triste evidenza in tempi recenti. Il contributo qui presentato ci ricorda quanto la questione purtroppo non sia affatto nuova. Per questo motivo viene presentato in seconda posizione.